Saluti del Segretario Generale (Ulisse) e del Comitato Centrale

(nuovo)Partito comunista italiano

Comitato Centrale

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20 aprile 2017
Alla Sezione Vittorio Agnino - Napoli Est del P.CARC


Cari compagni,

ringrazio i dirigenti della Sezione Vittorio Agnino - Napoli Est del Partito dei CARC, che ci hanno invitato e dato la possibilità di parlarvi. Ne approfitto per illustrare perché noi riteniamo molto utile studiare e far conoscere Il proletariato non si è pentito.

Questo libro mostra che lo Stato della borghesia italiana, fin dalla sua costituzione nel 1861, ha condotto contro le masse popolari italiane, a incominciare dai contadini del Meridione, un’incessante opera di repressione feroce, senza farsi scrupolo di violare le sue stesse leggi. Esso quindi educa all’odio di classe e alla lotta di classe. La presentazione di questo libro che denuncia la repressione cade nel momento giusto. Siamo alla vigilia della Festa della Liberazione, il 25 aprile, anniversario della vittoria dei Partigiani sui fascisti e sui nazisti e non lontano dal 1° Maggio, Giornata Internazionale della lotta dei lavoratori contro i loro sfruttatori. Due giornate che ora la borghesia e la sinistra borghese cercano di far passare come feste di tutte le italiane e gli italiani: sfruttati e sfruttatori, proletari e capitalisti, eredi dei partigiani e seguaci dei fascisti, tutti insieme. Questo libro illustra bene che la miseria, l’ignoranza e tutte le altre le disgrazie delle masse popolari italiane, sono dovute principalmente ai signori italiani. Insegna quindi che se signori di altri paesi, in particolare se gli imperialisti americani con la NATO devastano il nostro paese e lo usano come base per l’aggressione di altri paesi, lo fanno con il consenso, la collaborazione e il servilismo dei capitalisti e del clero italiani. Insegna che l’amore per gli oppressi e gli sfruttati, per le donne angariate e gli immigrati, per i bambini delle masse popolari italiane, senza odio contro gli italiani che li sfruttano e opprimono, diventa compassione, carità e misericordia: cose con cui preti e signori nascondono i loro crimini. Insegna che dobbiamo regolare i conti con i capitalisti italiani.

Ma sarebbe sbagliato limitarsi a questo motivo, sarebbe addirittura fuorviante. È infatti molto diffusa l’idea che la borghesia è riuscita a mantenersi al potere e a sconfiggere i movimenti rivoluzionari delle classi oppresse grazie alla repressione feroce e senza scrupoli. Questa tesi è assolutamente sbagliata, è una concezione disfattista. Se infatti fosse vera, nessuna rivoluzione sarebbe possibile: alle classi dominanti basterebbe reprimere abbastanza ferocemente per venirne a capo. E invece in altri paesi le rivoluzioni hanno vinto. Quest’anno è il centenario della vittoria della rivoluzione socialista in Russia, della Rivoluzione d’Ottobre che dette i natali all’Unione Sovietica e scatenò nel mondo la prima ondata della rivoluzione proletaria. Anche in Italia nel 1945 la Resistenza ha vinto e da lì è nata la Costituzione del 1948 con le sue misure e principi progressisti che poi i capitalisti e il clero hanno in gran parte scartato, aggirato o addirittura apertamente violato.

Ebbene questo libro fornisce molti documenti, specialmente nella seconda e terza parte, che mostrano che la borghesia riuscì a stroncare le Organizzazioni Comuniste Combattenti, e in particolare le Brigate Rosse, a causa delle deviazioni dalla concezione comunista del mondo dei loro dirigenti e militanti. È la principale lezione che noi comunisti abbiamo tratto dalla lotta di classe degli anni ’70. È grazie a questa lezione che abbiamo dedicato tante energie all’assimilazione del marximo-leninismo-maoismo e che oggi insistiamo perché cresca il numero dei compagni che si impegnano ad assimilare la concezione comunista del mondo, crescano i corsi di formazione e crescano le iniziative di propaganda.

La rivoluzione socialista è possibile e necessaria, ma non scoppia: è una guerra che le masse popolari e in primo luogo gli operai fanno contro la borghesia. Ma le masse popolari sono in grado di farla solo se i comunisti formano un partito che conquista la fiducia delle masse popolari e sulla base di questo le dirige a lottare contro la borghesia fino a instaurare il socialismo. Le masse popolari, anzi l’umanità intera hanno bisogno del socialismo e del comunismo, ma è come una popolazione che ha bisogno di una casa per proteggersi dalle intemperie che montano sempre più forti da ogni parte: la casa non sorge perché ne hanno bisogno. Anche se in natura c’è tutto quello che occorre per fabbricarla, non basta: occorrono organizzazione, un progetto, un piano e una direzione. E la borghesia e il clero ricorrono a ogni mezzo perché le masse popolari non siano capaci di darseli: pensare per chi non è stato educato dall’infanzia a farlo è l’attività più difficile e faticosa per gli esseri umani. Ci vuole il particolare sforzo che ogni comunista individualmente fa e la particolare disciplina che si dà, più la scuola del Partito, per imparare a pensare al livello necessario per fare la rivoluzione socialista.

La combattività delle masse popolari cresce e si diffonde solo se esse si ritrovano con un centro che si è reso esso stesso, con la sua attività, in grado di coagulare e catalizzare il loro malcontento e incanalarlo verso un obiettivo giusto. Non è la combattività delle masse popolari che crea il centro (lo abbiamo visto in Italia nel Biennio Rosso, in Germania, in Austria e in vari altri paesi nella stessa epoca); è l’avere un centro che si è conquistato la loro fiducia che rende le masse popolari combattive. Ora è proprio un partito comunista autorevole, che è già centro di riferimento per le ampie masse e che indica una giusta via di lotta, quello che ancora manca nel nostro paese.

Creare un simile centro resta quindi il problema da risolvere. Ma è un problema risolvibile. Nessun dei grandi partiti comunisti è nato grande, lo è diventato. Ebbene è quello che noi stiamo facendo con la linea del Governo di Blocco Popolare: ricostruire un centro autorevole perché conquista la fiducia delle masse popolari, che con un simile centro dispiegheranno i miracoli di combattività e di eroismo che hanno dispiegato in altre analoghe circostanze.

Il fattore chiave, determinante per fare con successo la rivoluzione socialista è, oggi come lo era ieri, un partito comunista che padroneggia e applica con creatività e abnegazione il marxismo-leninismo-maoismo, senza riserve né intellettuali né morali. Noi vogliamo essere questo e una scuola di formazione per tutti quelli che decidono di associarsi con noi. Arruolarsi è l’appello che rivolgiamo a ogni persona di buona volontà, a ogni lavoratore avanzato, a ogni giovane e a ogni donna generosi, capaci di dedicarsi a un’impresa difficile ma necessaria e quindi destinata alla vittoria.

Siate rigorosi nel pensare. La borghesia fa di tutto per distogliere le masse popolari dal fare la rivoluzione, pone mille ostacoli a che imparino a pensare. Ma non è in grado di impedire a noi comunisti né di pensare né di ispirare le masse popolari e mobilitarle per fare la rivoluzione socialista fino a instaurare il socialismo.

Il terreno è fertile e la stagione propizia per avanzare nella rivoluzione socialista.

È in questa prospettiva che a nome di tutti i membri del (nuovo) Partito comunista italiano auguro successo al vostro lavoro.

Compagno Ulisse, segretario generale del Comitato centrale del (n)PCI.